Replying to La Pala di Castelfranco

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  1. Posted 20/3/2024, 16:05
    hgufeihguhgulhfgjkhjgdrjgdfjihjhsrgflkjibnglkjlkjilkjinhgjlkmlnkjnklmjxbjlmkjlkmjbkzblfklmv

    mf_prop
  2. Posted 1/6/2016, 11:05
    se una metà è terreste l'altra è aliena ? ignoranteeeee!!!!!!!!!!!!!!
  3. Posted 10/9/2012, 15:51
    518_Castelfranco%20Veneto_tv_Giorgione_Pala%20di%20Castelfranco

    Laura Cardaropoli 4B
    La Pala di Castelfranco

    La Pala di Castelfranco è un dipinto tempera su tavola (200x152 cm) di Giorgione, databile al 1502 circa. ed è conservata nel Duomo di Castelfranco Veneto.
    Storia
    Fu commissionata da Tuzio Costanzo per la cappella di famiglia nel Duomo di Santa Maria Assunta e Liberale a Castelfranco, in occasione della morte del figlio Matteo avvenuta durante una campagna militare.
    L'8 dicembre 1972 la Pala fu trafugata dal duomo di Castelfranco Veneto e ritrovata poi in un casolare abbandonato, dopo il pagamento di un riscatto. Infine nel 2006, dopo aver subito un lungo restauro, è stata riportata al luogo d'origine.
    Descrizione
    Con la Pala di Castelfranco Giorgione offre un'interpretazione nuova della "sacra conversazione".
    Il dipinto raffigura la Madonna col Bambino su un alto trono, a sua volta sopra un basamento che poggia su un sarcofago di porfido.
    La composizione, ridotta all'essenziale, presenta una semplice struttura piramidale con al vertice la testa della Vergine e alla base i due santi che si trovano in basso davanti ad un parapetto: a destra Francesco e a sinistra Nicasio. In passato si era ipotizzato che quest'ultimo fosse san Giorgio o san Liberale, patrono della città di Treviso. Più probabilmente però Nicasio venerato, spesso insieme a Francesco, soprattutto a Messina, città natale di Tuzio. Entrambi rivolgono il loro sguardo all'osservatore.
    L'artista abbandonò il tradizionale sfondo architettonico, impostando lo sfondo in un modo del tutto originale: una metà terrena con il pavimento a scacchi in prospettiva e un parapetto liscio di colore rosso, e una metà celeste superiore, con un paesaggio ampio e profondo. Lo spazio non è costruito geometricamente, attraverso un disegno prospettico, ma suggerito dal colore.
    Il colore è infatti protagonista del quadro. Esso costruisce e fonde le forme e gli spazi, creando un'armonia generale senza pari.
    La tecnica pittorica del Giorgione consiste nell'uso diretto del colore senza disegno e si basa sulla pittura tonale. Non esistono linee di contorno, la forma delle figure è data dall’accostamento dei colori. La continuità è garantita dall'uso perfetto della luce atmosferica, che unifica i vari piani e le figure. In questo modo si ha un immagine più vicina alla realtà e, senza dubbio più coinvolgente.
    L'effetto dello spazio, tuttavia, è molto forte: si estende sia in profondità sia lateralmente nello splendido paesaggio e i personaggi sembrano fondersi con esso.
    La tecnica di Giorgione è innovativa rispetto all'uso tradizionale: il colore a olio non è più steso sul gesso, ma su una tela grezza e ruvida intervenendo sul suo colore grigiastro con toni chiari e poco diluiti, in modo da farli rimanere opachi e ottenere contorni come sfuocati.

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