Replying to La biblioteca laurenziana

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  1. Posted 10/9/2012, 16:06
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    LA BIBLIOTECA LAURENZIANA
    La Biblioteca Laurenziana, è una delle principali raccolte di manoscritti al mondo, nonché un importante complesso architettonico di Firenze, disegnato da Michelangelo Buonarroti tra il 1519 e il 1534.Essa custodisce 68.405 volumi a stampa, 406 incunaboli, 4.058 cinquecentine e, soprattutto, 11.044 pregiatissimi manoscritti, nonché la maggiore collezione italiana di papiri egizi. I locali della Biblioteca furono disegnati per il cardinale Giulio de’ Medici, poi Papa Clemente VII, che affidò nel 1519 la commissione a Michelangelo. Egli diresse personalmente il cantiere tra il 1524 e il 1534, sia pure con l'interruzione dovuta alla parentesi repubblicana. Alla morte del proprio padre e di Clemente VII, Michelangelo lasciò Firenze, con l'intenzione di non tornarci mai più. La costruzione fu ultimata lentamente negli anni successivi da altri architetti, a partire dal 1548, grazie all'impegno di Cosimo I de' Medici. Michelangelo continuò a soprintendere, malvolentieri, i lavori della Libreria da Roma, mediante l'invio di istruzioni, modelli e disegni ed il tramite di vari artisti fiorentini presenti sul cantiere.Solo nel 1558 Michelangelo fornì il modello in argilla per lo scalone, da lui progettato in legno, ma realizzato per volere di Cosimo I de' Medici, in pietra serena.I lavori terminarono soltanto nel 1571, anno dell'apertura al pubblico; altri lavori furono eseguiti fino all'inizio del XX secolo. Michelangelo concepì la struttura come un’ ampia sala rettangolare, chiara e luminosa, scandita da membrature in pietra serena grigia e coperta da un soffitto ligneo a cassettoni. I disegni dei cassettoni e del pavimento sono opera sempre dell’artista, come i sedili e i leggii. Secondo il progetto originario la sala avrebbe dovuto concludersi con uno spazio trapezoidale destinato alla conservazione dei libri rari, mai costruito e noto attraverso un disegno autografo.Il vestibolo è uno spazio quadrato, quasi interamente occupato dallo scalone, ma con un'altezza superiore alle dimensioni in pianta, realizzando così un ambiente alto e stretto.Un primo progetto di Michelangelo prevedeva un'altezza minore, uniformata a quella della sala di lettura e un'illuminazione mediante lucernari in copertura, vista le difficoltà di aprire finestre in parete. Al rifiuto del papa del progetto di illuminare l'ambiente dall'alto con gli inediti lucernari, Michelangelo dovette, rialzare le pareti per aprirvi finestre che garantissero comunque l'illuminazione dall'alto. L'architettura del vestibolo rimase incompleta fino agli inizi del '900, quando furono terminati anche i lavori della facciata esterna, compresa la realizzazione di false finestre. Il soffitto per il quale ancora si attendevano disegni da Michelangelo, era rimasto con capriate a vista e fu sistemata una tela dipinta, ad imitazione della decorazione lignea del soffitto della Biblioteca.Le pareti interne sono disegnate come un'architettura esterna con due ordini sovrapposti. Gli elementi architettonici vengono utilizzati per il loro valore plastico, per esempio le colonne binate, incassate nella parete, appoggiano solo su mensole e le finestre ad edicola sono solo nicchie cieche. L'intonaco bianco fa risaltare il grigio delle doppie colonne, dei timpani triangolari e delle cornici di pietra serena.Il problema del dislivello tra vestibolo e sala di lettura richiese la creazione di uno scalone. Il disegno per la celebre scala tripartita venne fornito nel 1559 e inizialmente era previsto l'uso del legno di noce, che poi Bartolomeo Ammannati eseguì in pietra serena su volontà di Cosimo I. La sala di lettura, contrasta con le sue proporzioni ampie e distese con il vestibolo. Lo spazio, un lungo e ampio corridoio con banchi lignei, fu quasi interamente disegnata da Michelangelo, compreso il soffitto e gli stessi banchi. Le numerose finestre danno molta luce e movimentano con il loro disegno alla prospettiva della sala, grazie alle numerose cornici e decorazioni architettoniche. Sui banchi i codici venivano conservati orizzontalmente nei ripiani inferiori ed erano liberamente consultabili ma assicurati al bancone per mezzo di solide catene. I manoscritti erano suddivisi a seconda della materia e delle tabelle lignee poste sul fianco di ogni pluteo riportavano l'elenco dei libri contenuti. Questa disposizione fu conservata fino ai primi anni del '900, quando si trasferirono i libri negli attuali depositi.Il pavimento presenta disegni intarsiati in terracotta rossa e bianca, realizzato da Santi Buglioni a partire dal 1548 su progetto del Tribolo che riprende la partizione del soffitto. Tribolo, di ritorno da Roma dove aveva incontrato Michelangelo per avere indicazioni e istruzioni per il cantiere, riporta una tecnica realizzativa ancora in parte da chiarire. Si è ipotizzato che su una base in argilla siano stati ricavati, prima della cottura, i vuoti riempiti in una particolare terra, opportunamente trattata, che con la cottura diventa bianca, differenziandosi così dalla base in terracotta rossa. I giunti venivano riempiti con una miscela di pece rossa. La più rilevante addizione al complesso fu, nel XIX secolo la Tribuna Elci, una rotonda neoclassica con cupoletta costruita per ospitare la collezione del bibliofilo e patrizio fiorentino Angelo Maria D'Elci (Firenze 1754- Vienna 1824), su progetto dell'architetto Pasquale Poccianti. Lo stesso Poccianti fu autore di alcuni progetti per l'ampliamento della sala di lettura di Michelangelo. L'aggiunta del nuovo ambiente comportò comunque alcune modifiche alla parete destra della Biblioteca, con due finestre murate e due accecate, mentre una quinta divenne la porta di ingresso. Questo ha comportato una forte diminuzione della luminosità dell’ambiente rispetto al progetto originale. Inaugurata nel 1841, fu utilizzata come sala di lettura sino agli anni settanta del Novecento, mentre ora è utilizzata solo per occasioni speciali.

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