1. La Vergine, Sant'Anna, il bambino e l'agnello

    AvatarBy Fabio94 il 10 Sep. 2012
     
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    LEONARDO, “LA VERGINE, SANT’ANNA, IL BAMBINO E L’AGNELLO”

    DATAZIONE: 1510 ca.
    UBICAZIONE: Musèe du Louvre, Parigi
    TECNICA: olio su tavola
    DIMENSIONI: 1,68 x 1,12 cm

    Esistono numerosi disegni di Leonardo che si possono considerare preparatori per questa opera. Leonardo nel 1501 aveva preparato un cartone con il gruppo della Sant’Anna per la basilica della Santissima Annunziata a Firenze, opera che si ritiene sia andata perduta. Alcuni anni dopo l’artista eseguì un altro cartone, attualmente esposto alla National Gallery di Londra, “Sant’Anna, la Vergine, il Bambino e San Giovannino”, che presenta però sostanziali differenze rispetto al dipinto che iniziò verso il 1510. Una prima differenza è la presenza dell’agnello, che ha sostituito San Giovannino. Anche la posizione delle due donne è cambiata: nella versione finale si ha quasi una sovrapposizione delle due figure femminili, inoltre Gesù bambino non è più in braccio alla madre, ma gioca con l’agnello. Si pensa quindi che Leonardo avesse preparato un terzo cartone di cui non esistono prove, ma le successive variazioni e la complessa evoluzione dell’opera sono testimoniate da numerosi schizzi e disegni. Il dipinto rappresenta sicuramente il massimo dell’arte di Leonardo e di tutta la pittura del rinascimento. La composizione è costituita da un intreccio formato da tre figure: la Vergine, Sant’Anna e il bambino, che formano una struttura a forma di piramide. Questa tecnica sarà usata dagli artisti contemporanei. L’opera raffigura le tre generazioni della famiglia di Cristo: Sant’Anna, sua figlia Maria e Gesù bambino. Al centro è Sant’Anna ha gli occhi abbassati e il volto sorridente. Sulle sue ginocchia tiene la Vergine, vestita con un abito rosa con le maniche di un tessuto grigio-trasparente ed è avvolta in un ampio mantello blu. La Vergine si piega verso il bambino che sta giocando per allontanarlo dall’agnello, simbolo della Passione di Cristo. La scena simboleggia la consapevolezza di Gesù nell’andare incontro al suo destino. La Vergine vuole trattenere il figlio per impedire che si compia il destino. Ma Sant’Anna lancia uno sguardo benevolo e sorridente a Maria e a Gesù, con un’espressione tipica della produzione matura di Leonardo. Il suo ruolo è quello di simboleggiare la Chiesa che, ostacolando l’azione di materna apprensione di Maria, avvalora la necessità del sacrificio volontario di Gesù per l’umanità. Nonostante la compattezza della struttura piramidale il gruppo delle tre figure e dell’animaletto è caratterizzato da un forte dinamismo. La Vergine che si protende fortemente verso destra allungando gli arti dona un movimento rotatorio a tutta l’immagine. Sul volto dei tre personaggi, il sorriso appena accennato accompagna lo scambio intenso degli sguardi. Nel paesaggio non è presente una linea di orizzonte ben definita. Leonardo ha creato l’illusione della profondità e della lontananza con la tecnica dello sfumato. Sullo sfondo il paesaggio è rappresentato da montagne aguzze avvolte da una nebbiolina, da ghiacciai e vallate. Sullo sfondo, a destra, si trova un albero molto scuro collocato su un pendio di una collina; in primo piano un suolo roccioso, bruno e rossastro, termina in un dirupo. Leonardo utilizza una gamma cromatica limitata nei toni: colori caldi per le carnagioni, gli abiti e il suolo vicino; colori freddi per il cielo, le montagne, le acque e il mantello della Vergine. Si può notare una continuità tra le figure. Infatti, l’occhio può incontrare difficoltà ad individuare i personaggi: le spalle della Vergine e di Sant’Anna si confondono e il braccio della Vergine può sembrare quello di Sant’Anna. Perfino la zampa dell’agnello è in continuità con la gamba del bambino.
    Il quadro si trovava nel 1517 nello studio di Leonardo presso il castello di Cloux (oggi Clos-Lucé) nei pressi di Amboise. Fu successivamente riportato in Italia da Francesco Melzi, il più fedele allievo dell’artista, insieme a molti altri dipinti, disegni e manoscritti appartenenti all’eredità leonardesca. Dopo un periodo di oblio il quadro fu ritrovato e riconosciuto nel 1629 a Casale Monferrato dal Cardinale Richelieu, che lo donò nel 1636 a Luigi XIII. Dalle Collezioni reali francesi è quindi passato al Louvre.
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  1. Ravecca Massimo
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    Presentazione ebook (amazon 2,68 euro). "Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo". Sinossi:
    Un viaggio intorno al genio. Da Esopo a Lucio Fontana. Nessuno ha mai parlato come Gesù di Nazaret, disegnato come Leonardo da Vinci, scolpito come Michelangelo Buonarroti, scritto come Dante Alighieri, costruito come Filippo Brunelleschi, composto musiche come Johann Sebastian Bach. La principale tesi del libro è che l'elemento comune che li unisce è la ricorsività. Il moltiplicarsi dell'immagine di un oggetto posto tra due specchi piani paralleli è una tipica situazione ricorsiva. Effetto ottico che i geni, in vari modi, ricreano nelle loro opere. La ricorsività è legata all'intelligenza, e si ritrova nelle sue manifestazioni. Il Vangelo come non l'avete mai letto, le opere di Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti come non le avete mai guardate. Gesù, Leonardo e Michelangelo ebbero un'intelligenza simile e simile fu anche il loro volto nella maturità. Le opere del Rinascimento viste come icone, la Sindone di Torino come un quadro rinascimentale. Nel disegno di copertina sulla sinistra il profilo di Leonardo, al centro il volto della Sindone di Torino, e a destra il profilo di Michelangelo.
     
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  2. io me
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    per favore mi potreste dire in che parte del museo del louvre si trova la vergine sant'anna il bambino e l'agnello???????????????
     
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