1. L'adorazione dei Magi

    AvatarBy Fabio94 il 1 Mar. 2012
     
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    Laura Cardaropoli 4B
    L'Adorazione dei Magi
    Leonardo da Vinci
    olio su tavola (246x243 cm) di Leonardo da Vinci, realizzato tra il 1481
    e il 1482 e conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

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    Storia
    Nel 1481 i monaci di San Donato a Scopeto commissionarono a Leonardo un'Adorazione dei Magi da completare nel giro di due anni. Leonardo studiò approfonditamente la composizione, lasciando vari disegni preparatori che oggi si trovano al Cabinet des Dessins del Louvre e al gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. Il pittore però, nell'estate del 1482, decise di partire per Milano, lasciando l'opera incompiuta.
    L'Adorazione di Leonardo (rimasta allo stato di abbozzo) conobbe da qui in poi numerosi spostamenti: dopo il Convento di San Donato a Scopeto, infatti, essa soggiornò in casa Amerigo de' Benci (padre di Ginevra de' Benci della quale Leonardo dipinse un famoso ritratto), nel 1601 nelle raccolte di don Antonio de' Medici, nel 1670 alle Gallerie fiorentine, Nel 1681 alla villa di Castello(dove, durante il trasloco, andò perduta la cornice cinquecentesca con dorature) e infine, nel 1794 tornò definitivamente al museo.

    Descrizione
    Il tema dell'Adorazione dei Magi fu uno dei più frequenti nell'arte fiorentina del XV secolo, poiché permetteva di inserire episodi marginali e personaggi che celebravano il fasto dei committenti,ma Leonardo riuscì a rivoluzionare il tema tradizionale sia nell'iconografia che nell'impostazione compositiva. Innanzitutto, decise di centrare l'episodio nel momento in cui il Bambino, facendo un gesto di benedizione, rivela la sua natura divina agli astanti quale portatore di Salvezza, per dare al dipinto un più profondo senso religioso. Come nella consueta tradizione iconografica del tempo, gli astanti circondano la vergine col bambino, ma Leonardo, a differenza di altri pittori, non crea personaggi statici e composti bensì dinamici, ritraendoli in gesti, attitudini ed espressioni di sorpresa e turbamento.
    Da un punto di vista compositivo egli pose la Sacra Famiglia al centro e i Magi alla base di un'ideale piramide che ha come vertice la figura di Maria. I lati della piramide, infatti, si trovano lungo le diagonali del dipinto che si incontr ano nel centro, dove è situata la testa della Vergine. La figura di Maria è collocata in posizione leggermente arretrata ed accenna un movimento rotatorio che la rende più morbida ed elegante. Il corteo è disposto a semicerchio dietro alla Vergine cosicché Il leggero moto di quest’ultima sembra propagarsi per cerchi concentrici, come un'onda. Il risultato è una scena estremamente moderna, con uno studio intenso dei moti dell'animo e degli atteggiamenti.
    Lo sfondo è diviso da due alberi: il primo un alloro simboleggia il trionfo, mentre il secondo, una palma, simboleggia la passione di Cristo. Esse dirigono lo sguardo dello spettatore in profondità dove si trovano alcune architetture in rovina:
    • Il Tempio di Gerusalemme, di cui la natura ha avuto tutto il tempo di impadronirsene nuovamente, è un rimando tradizionale al declino dell'Ebraismo e del Paganesimo da cui si originò la religione cristiana;
    • Una zuffa di uomini armati o disarcionati e di cavalli che s'impennano (a destra), rappresentano la follia degli uomini che non hanno ancora ricevuto il messaggio cristiano, e un abbozzo di rocce tipiche del paesaggio leonardesco.

    Tecnica
    L'opera incompiuta permette di conoscere approfonditamente la tecnica usata da Leonardo nella realizzazione delle opere: egli infatti preparava innanzitutto un disegno accurato, usando però il meno possibile linee nette per i contorni (in contrasto con i pittori fiorentini dell’epoca) poiché preferiva usare contorni sfumati, dando un senso di continuità all’intero dipinto, attraverso la circolazione dell'aria che nella realtà impedisce una visione nitida delle cose.
    A partire dal disegno, Leonardo procedeva poi "rinforzando gli scuri", stendendo una base scura di tinta marrone rossastra e di nero, lasciando un fondo chiaro sui soggetti più illuminati. Una serie di velature e vernici servivano infine ad amalgamare tutta la composizione. Su questa preparazione il pittore avrebbe poi steso i colori.
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